Il bagno: ogni quanto va pulito?
La frequenza nella detergenza del bagno dipende da diversi fattori:
- Il numero delle persone che vivono in quei locali: più sono e più sarà necessario pulire il bagno con una maggiore frequenza in quanto sporco e batteri si accumulano più velocemente.
- L’utilizzo del bagno: se viene utilizzato frequentemente, è necessario pulirlo più spesso.
- La presenza all’interno dell’ambiente di bambini o animali.
- Le condizioni di salute di chi lo utilizza: da un lato se una persona è malata può essere una fonte di contaminazione, dall’altro persone in condizioni fisiche debilitate possono essere più facilmente soggette alla trasmissione di malattie.
Lo sciacquone del wc, il lavabo, le salviette, le maniglie delle porte, l’interruttore della luce possono essere un potenziale rifugio per i batteri.
Pensiamo a come possa essere causa di infezioni il nostro wc. Ricordiamoci sempre di chiudere la tavoletta dopo l’utilizzo e igienizzarlo spesso.
Il lavabo va igienizzato spessissimo se desideriamo eliminare la grande quantità di batteri che si depositano sulla sua superficie.
Poiché anche il sapone può diventare ricettacolo di germi e batteri è consigliabile usare il distributore di sapone e non la classica saponetta.
Bisogna poi fare attenzione anche al modo in cui asciugare le mani: cerchiamo di non condividere gli asciugamani, sostituirli spesso potrebbe di sicuro essere una buona abitudine così come quella altrettanto importante di lavare spesso le mani.
Attenzione anche alle fughe delle mattonelle, dove a causa dell’umidità che normalmente si crea nell’ambiente bagno, si crea una grande quantità di muffa.
Ricettacoli di germi e batteri rischiosi per la nostra salute può essere anche la spugna a rete che usiamo durante la doccia o il bagno. Se la spugna rimane nell’ambiente umido e caldo quale quello della doccia o della vasca diventa facilmente dimora di batteri.
Anche un asciugamani elettrico potrebbe nascondere qualche insidia. Uno studio pubblicato dall’ American Society for Microbiology, ha infatti rivelato che questi apparecchi andrebbero ad accumulare batteri dall’ambiente circostante per poi spararli a tutta velocità proprio sulle nostre mani. Per la precisione, la quantità di microorganismi potenzialmente trasmessi sarebbe di 1300 volte superiore rispetto alla regolare salvietta, ingiustamente additata come meno igienica.
In generale, comunque consigliamo di pulire il bagno almeno una volta alla settimana anche per curare l’ordine e l’aspetto “estetico” includendo le seguenti attività:
- Pulizia dei sanitari con un detergente specifico/acido per rimuovere le macchie ostinate. Prendete in considerazione anche l’uso delle tavolette WC: non solo diffondono un leggero profumo nell’ambiente, ma assicurano la presenza continua di tensioattivi nell’acqua di fondo, impedendo la formazione di depositi nelle canalizzazioni.
- Pulizia del lavandino curando in particolare le zone vicino agli scarichi e ai rubinetti.
- Pulizia della doccia o la vasca da bagno con un detergente anticalcare.
- Pulizia del pavimento con un detergente, curando in particolare l’area attorno al WC dove le goccioline che si generano all’azionamento dello scarico possono diffondere germi e batteri.
- Pulizia delle pareti con un detergente antimuffa – qualora ve ne sia la necessità.
La muffa in bagno
Esistono diversi modi per prevenire la formazione di muffa nel bagno: garantire all’ambiente una corretta ventilazione e tenere sotto controllo l’umidità sono piccoli accorgimenti che possono impedire il deposito di vapore acqueo sulle piastrelle e sui sanitari, evitando quindi la formazione di muffe.
Potete anche contrastare la muffa facendo circolare l’aria tramite ventilazione elettrica e utilizzando un buon sistema di riscaldamento.
Cause della formazione
Le muffe hanno un ruolo importante in natura perché aiutano la decomposizione dei materiali organici. Per riprodursi, formano piccole spore alle quali serve umidità per mantenersi in vita.
Se l’umidità dell’aria in una stanza rimane per lungo tempo al di sopra del 60%, oppure se ci sono infiltrazioni nelle pareti, è possibile che si formino muffe. Poiché i bagni sono inevitabilmente luoghi in cui si forma molto vapore acqueo, è bene fare in modo che livelli alti di umidità non si protraggano per periodi troppo lunghi. Aggiungiamo inoltre che muffa può diffondersi su qualsiasi tipo di superficie come carta da parati, legno o plastica.
Come rimuovere la muffa
Se dovete pulire aree in cui la muffa si estende su una superficie superiore ai 50 cm², vi consigliamo di rivolgervi a dei professionisti come noi. Per zone più piccole invece, potete utilizzare prodotti come l’aceto, l’alcool denaturato, il perossido di idrogeno o un detergente specifico per muffe con o senza cloro. Potete anche utilizzare l’alcool puro, un rimedio ecologico contro la muffa.
Se il silicone utilizzato per coprire le fughe è stato attaccato dalla muffa, allora dovrebbe essere rimosso completamente, poiché le muffe si diffondono rapidamente sulle superfici morbide. Non è quindi consigliabile applicare nuovo silicone sopra quello contaminato ma è meglio ricoprire completamente le fughe con silicone nuovo.
Ricordatevi sempre di utilizzare guanti in gomma, mascherina e occhiali di sicurezza quando rimuovete la muffa. Se avete mobili, arredi o asciugamani contaminati, vi consigliamo di smaltirli direttamente.
Misurare e controllare l’umidità dell’aria
Per prevenire la formazione di muffa nel bagno, l’umidità dell’aria non deve superare il 60%. Vi consigliamo di dotavi di un igrometro, in modo tale da tenere sempre sotto controllo l’umidità dell’aria.
Se notate che l’umidità è costantemente sopra il valore massimo, potete ridurla utilizzando un deumidificatore. Così come la ventilazione elettrica, anche il deumidificatore rimuoverà l’umidità dai vostri bagni. I deumidificatori possono essere attivati sia manualmente che automaticamente utilizzando un timer.
Se state realizzando un bagno nuovo, è necessario pianificare un sistema di riscaldamento affidabile che possa ridurre al minimo la precipitazione di vapore acqueo su pareti, piastrelle e mobili. La temperatura ideale per un bagno dovrebbe essere costantemente intorno ai 24°.
Oltre ad avere un sistema di riscaldamento idoneo, è necessario ventilare correttamente il bagno dopo ogni doccia. Se il vostro bagno non possiede una finestra, potete sempre utilizzare la ventilazione elettrica. Il sistema di ventilazione elettrica ideale dovrebbe essere silenzioso e includere un igrometro per controllare l’umidità dell’aria. Nel caso in cui l’umidità fosse troppo elevata, la ventilazione partirà in automatico.
Le superfici che entrano spesso a contatto con il vapore acqueo, devono essere realizzate con materiali idrorepellenti. Le piastrelle in ceramica sono uno dei materiali adatti. Se preferite la carta da parati, esistono in commercio anche modelli idrorepellenti specifici per ambienti umidi.
Vi consigliamo di scegliere mobili e sanitari di facile manutenzione, poiché la muffa si attacca facilmente sulle superfici maggiormente sporchevoli. Potete optare per esempio per dei sanitari sospesi, facili da pulire anche nei luoghi più difficili da raggiungere.
I bagni pubblici
Il bagno pubblico non è quel ricettacolo di germi cattivi e dannosi per la salute che molti immaginano e cercano di evitare se possibile. «Di certo batteri e virus sono presenti, ma a un’analisi accurata si nota che le popolazioni di germi sono molto simili a quelle presenti normalmente anche negli ambienti domestici» afferma Sean Gibbons, dell’Università di Chicago e principale autore di un articolo da poco pubblicato sulla rivista Applied and Environmental Microbiology.
Il lavoro di Gibbons e colleghi parte dal presupposto che oggi le persone che vivono nelle società industrializzate trascorrono il 90 per cento circa del loro tempo in ambienti chiusi e per questo motivo è molto importante conoscere quali germi – magari potenzialmente pericolosi – popolano tali ambienti. Ecco allora l’idea di studiare le popolazioni di batteri e virus presenti nei bagni pubblici, dei quali spesso ci si deve servire nel corso della giornata.
Dopo aver accuratamente disinfettato pavimenti, tazza del WC e distributori di sapone di 4 bagni pubblici – 2 maschili e 2 femminili – i ricercatori li hanno riaperti al pubblico e hanno raccolto informazioni sul numero e sul tipo di germi presenti e sui cambiamenti nella presenza di questi microrganismi nel corso del tempo. «Abbiamo raccolto campioni prima ogni ora e poi ogni giorno per un periodo totale di 8 settimane» spiega l’autore.
Ed ecco i risultati: i batteri più comuni sono quelli che in genere vivono sulla pelle e con i quali veniamo continuamente in contatto anche fuori dai bagni pubblici, mentre i batteri fecali che si trovano nell’intestino sono molto meno presenti e rappresentano in media il 15 per cento del totale.
«In effetti le superfici dei bagni pubblici non sono ambienti adatti per la crescita di batteri abituati a vivere nell’intestino umano e di conseguenza questi germi muoiono dopo poco tempo dal contatto con tali superfici, mentre per i batteri della pelle è più facile sopravvivere» chiarisce Gibbons, che poi sottolinea come la maggior parte della popolazione batterica trovata nei bagni pubblici che è stato possibile far crescere in laboratorio sia rappresentata dal genere Stafilococco e che la composizione delle popolazioni di germi resta stabile nel tempo.
E i virus? Ci sono anche quelli, ma in proporzioni molto inferiori rispetto all’atteso e rispetto alla comunità dei batteri. Anche se i risultati di questo studio tranquillizzano almeno in parte chi ha la fobia dei germi, resta valida la raccomandazione di lavarsi bene le mani dopo aver usato un bagno pubblico.
Se si vuole evitare di essere colonizzati dai germi altrui è importante lavarsi le mani, un gesto semplice ma che rappresenta il modo migliore per proteggersi da molte malattie.
Con una corretta pulizia e manutenzione, il bagno sarà sempre pulito e igienizzato.
Vi ricordiamo però di impiegare sempre i prodotti corretti così da combattere in modo efficace qualsiasi proliferazione batterica, avendo cura di non dimenticare le superfici nascoste come guarnizioni del lavandino o doccia; ultimissima raccomandazione, asciugate sempre dove avete pulito, l’acqua stagnante può favorire l’insorgenza di incrostazioni e la crescita di batteri!